Moreness #6: Sommersi dalle informazioni? Ecco come uscirne
Perché ignorare certe informazioni è fondamentale.
Buondì e bentornati! Dopo aver ricaricato le pile si riparte con tanti appunti e nuovi argomenti.
Oggi parliamo dell'utilizzo degli strumenti digitali.
Questa settimana stavo facendo una ricerca su internet e mi sono ritrovato immerso in un mare di informazioni, come capita spesso a molti di noi. Avete presente quella sensazione di essere sopraffatti da troppe scelte, troppi link, troppi dati e troppi stimoli? Ecco, è esattamente di questo che parleremo oggi.
Spero che alla fine di questa lettura avrete qualche appunto in più per gestire meglio il sovraccarico informativo che ci assedia ogni giorno. Ma non voglio anticiparvi troppo...
Curiosi? Bene, allora continuate a leggere!
PS! Forse avete notato che la newsletter da ora in poi sarà bisettimanale per assicurami di non deludere le attese. Metto tutto il mio impegno extra-lavorativo nello scrivere questa newsletter, quindi non mi resta molto tempo per promuoverla. Mi aiuti?
Se lasci un commento, metti un like o condividi questa newsletter con i tuoi contatti, te ne sarei davvero grato. Grazie! 😊
Moreness #6: Sommersi dalle informazioni? Ecco come uscirne
Avete mai provato quella sensazione di smarrimento totale mentre navigate online: quel momento in cui aprite tre finestre di Google, ognuna con decine di schede, e vi ritrovate a saltare freneticamente da una ricerca all’altra, finché non vi rendete conto che avete completamente perso il filo?
O magari vi siete trovati di fronte alla vostra casella di posta elettronica, con centinaia di messaggi non letti, sentendovi sopraffatti e non sapendo da dove iniziare?
O avete sperimentato l'irresistibile attrazione dei video consigliati sui social, tanto che avete cliccato da uno all'altro fino a sentirvi esausti e confusi, senza neanche ricordare il motivo per cui avete iniziato?
Benvenuti nel mondo dell'infobesity, o sovraccarico informativo, dove la quantità di dati, scelte e stimoli che affrontiamo quotidianamente può lasciarci disorientati, frustrati e mentalmente esausti.
In questa newsletter esploreremo come stare a galla in questo mare di informazioni.
Il sovraccarico informativo
Ogni giorno, una persona media pronuncia circa 4.300 parole che, nell’arco di una vita, diventano circa 13 milioni di parole. Aggiungiamo a questo l'enorme volume di contenuti generati a livello globale - 3 milioni di nuovi libri pubblicati ogni anno, milioni di post, e più di mezzo miliardo di tweet al giorno - e diventa facile capire come le nostre menti possano diventare ingombre e sovraccariche.
Lo scrittore francese Paul Valéry disse una volta: "Bisogna ignorare tante cose per poter agire correttamente", un sentimento più che mai attuale.

Nel mio lavoro quotidiano faccio tanta ricerca e mi trovo spesso sommerso da articoli, documenti e link che mi conducono in un infinito labirinto di informazioni, rendendo difficile individuare ciò che è veramente utile.
È una sfida che tutti affrontiamo nella nostra vita quotidiana.
Proprio pochi giorni fa, ho intrapreso una delle mie classiche maratone su YouTube, che inizia con Johan Rockström che spiega l'attuale evoluzione del cambiamento climatico e finisce, molto tempo dopo, con me che guardo una scena di Max Angioni che racconta come potrebbe essere se avessimo gli chef al governo. Un classico!
(A proposito, video bellissimo—ho messo il link qui sotto!) 😄✈️
L’Infosfera e le sue sfide
Viviamo in un’infosfera, come la descrive il filosofo Luciano Floridi - un ambiente saturo di informazioni, accessibile in qualsiasi momento tramite computer e smartphone. Questa saturazione digitale può portare a una omogeneizzazione delle esperienze, cancellando le qualità uniche di un libro stampato o di un giornale.
Le sfide poste dalle informazioni digitali non riguardano solo la qualità, come il noto problema delle "fake news", ma riguardano anche la quantità e i processi cognitivi, emotivi e decisionali necessari per gestirle.
Il nostro cervello, sebbene molto flessibile e adattabile, ha limiti strutturali e funzionali che la tecnologia può spingere, ma non superare—almeno per ora.
Non sorprende quindi che sempre più persone sperimentino affaticamento e sovraccarico di informazioni digitali.

La sindrome da sovraccarico informativo
Il concetto di sindrome da sovraccarico informativo, “Information Fatigue Syndrome”, è stato esplorato per la prima volta nel 1996 da David Lewis in uno studio commissionato da Reuters intitolato "Dying for Information?".
La sua ricerca ha messo in luce come l'eccesso di informazioni possa compromettere le prestazioni lavorative, rallentare le decisioni e portare a difficoltà di concentrazione, errori e decisioni affrettate. I sintomi fisici ed emotivi, come confusione, frustrazione, mal di testa, irritabilità, ansia e insonnia, sono ancora oggi diffusi.
L'eccesso di informazioni può compromettere le prestazioni lavorative, rallentare le decisioni e portare a difficoltà di concentrazione, errori e decisioni affrettate.
Troppa informazione rischia di annebbiare la mente e confondere le idee. È quindi essenziale scegliere cosa leggere o guardare e cosa ignorare.
E tu, in un mondo dove siamo costantemente bombardati da informazioni, cosa scegli di ignorare per preservare la tua attenzione? Scrivilo nei commenti.
Un po' di ignoranza critica
Ed ecco che entra in gioco il concetto di "Critical Ignoring", ovvero di ignoranza critica, che mi ha suggerito un’interessante post di Jacopo Perfetti.
Vi suona strano? Ignorare per essere più informati?
Sì, è esattamente così. L’ignoranza critica è un termine coniato nel 2022 da un gruppo di filosofi e scienziati e indica la capacità di scegliere consapevolmente cosa ignorare in modo da preservare la nostra attenzione per ciò che davvero conta.
Pensateci: se un tempo il potere era detenuto da chi aveva accesso all’informazione, oggi il vero potere è detenuto da chi sa cosa ignorare. Prendete Yuval Noah Harari, che nel suo libro "Homo Deus" sottolinea proprio questo: la nostra capacità di filtrare, di ignorare, è ciò che ci permette di sopravvivere e prosperare nell’era digitale.
"Se un tempo avere potere significava avere accesso all’informazione, oggi avere potere significa sapere cosa ignorare." Yuval Noah Harari in Homo Deus
Il problema non è solo il sovraccarico, ma anche la qualità di ciò che consumiamo.
Le fake news, le informazioni distorte, il bias di conferma - dove scartiamo ciò che non conosciamo e salviamo solo ciò che conferma le nostre convinzioni esistenti - tutti questi fenomeni contribuiscono a un ambiente in cui è sempre più difficile distinguere tra ciò che è vero e ciò che è falso.
Ignorare criticamente non significa ignorare tutto, ma scegliere consapevolmente cosa merita la tua attenzione. Gestire il sovraccarico informativo è fondamentale per mantenere la mente lucida e navigare su internet senza perderci
Consigli Pratici
Uno studio interessante, condotto nel 2012 da alcuni ricercatori tedeschi e pubblicato sul Journal of Medical Internet Research, ha mostrato come i navigatori più esperti di Internet riescano a filtrare le informazioni in modo più efficace rispetto a chi ha meno esperienza. Hanno sviluppato competenze tecniche per selezionare ciò che è rilevante e strategie cognitive per mantenere un approccio neutrale, evitando la trappola del bias di conferma.
Immaginate di trovarvi davanti a un buffet. (Ultimamente sono stato a diversi matrimoni e per questo motivo la metafora mi è sembrata particolarmente calzante.😄) Un buffet infinito, pieno di dolci di tutti i tipi.
Sarebbe impossibile assaggiare tutto, giusto? E anche se ci provaste, probabilmente vi sentireste male. Lo stesso vale per le informazioni.
Non possiamo consumare tutto ciò che ci viene offerto. Dobbiamo imparare a scegliere cosa mettere nel nostro piatto mentale.
Quindi, come possiamo applicare un pò di ignoranza critica nella nostra vita quotidiana?
Vi condivido i cinque appunti che ho ritenuto più importanti:
Seleziona quello che leggi. Inizia con il riconoscere i tuoi limiti. Il nostro cervello ha una capacità limitata di attenzione e memoria, e dobbiamo proteggerla. Quando fai una ricerca, prima di cliccare su un link, chiediti: "Questo aggiungerà valore alla mia ricerca? Mi aiuterà a capire meglio o mi distrarrà semplicemente?"
Dobbiamo abituarci a non fermarci alla prima informazione apparsa su Google o alla prima pagina di risultati, o ancora peggio al primo titolone acchiappalike. Dobbiamo imparare a non cedere all'ansia perfezionistica di leggere tutto e alla tendenza ad accogliere passivamente ciò che la rete offre, senza alcuna selezione.
Limita la tua FOBO (Fear of better option).
Imparare a scegliere è difficile.
Imparare a scegliere bene è ancora più difficile.
E imparare a scegliere bene in un mondo di possibilità illimitate è ancora più difficile, forse troppo difficile.
A volte, quando facciamo ricerca online, possiamo cadere nella trappola di continuare a cercare informazioni senza sosta, quasi fossimo alla ricerca della risposta perfetta. Certo, esaminare le pagine e la letteratura rilevante nel tuo campo ti aiuterà a comprendere lo stato dell'arte, ma il problema più comune è capire quando fermarsi. Il termine FOBO (Fear of Better Option), coniato da Patrick McGinnis, sta ad indicare la paura di un'opzione migliore. È quella domanda assillante che ci impedisce di fare una scelta: “E se cercando trovassi qualcosa di meglio?”. Questo significa prendere in considerazione tutte le opzioni possibili per paura di perdere quella migliore, e spesso porta a indecisione, stress e frustrazione.
Capisci quando fermarti. Teoricamente, potresti continuare all'infinito, considerando la quantità di informazioni disponibili online. Tuttavia, da un punto di vista pratico, arriva un momento in cui la ricerca deve essere conclusa.
Un buon segnale per fermarti? Quando inizi a incontrare gli stessi argomenti e risultati più volte. Questo è il punto di saturazione, ed è il momento di dire basta alla ricerca e procedere con l'elaborazione delle informazioni raccolte.
Fai attenzione ai bias di conferma. La verità è che raccogliere dati e informazioni su un argomento o per risolvere un problema è molto diverso dal cercare la risposta che ci piace. Che stiamo leggendo una ricerca scientifica, dei dati o semplicemente l'analisi comparativa di pro e contro di diversi tipi di auricolari o le recensioni di un locale, ricordiamoci di leggere sempre la controparte per non cadere nella filter bubble, o bolla di filtraggio. La filter bubble è una situazione di isolamento intellettuale creata dagli algoritmi online che ci mostrano solo contenuti in linea con le nostre preferenze. Questo limita la nostra conoscenza e può ridurre la capacità di pensiero critico e la percezione oggettiva della realtà.
La verità è che raccogliere dati e informazioni su un argomento o per risolvere un problema è molto diverso dal cercare la risposta che ci piace.
Si responsabile. In un'era di conoscenza condivisa, dobbiamo essere consapevoli del ruolo che giochiamo nella diffusione delle informazioni. Prima di condividere un articolo, un post, un tweet, chiediamoci: "Sto contribuendo a un dibattito costruttivo o sto alimentando il rumore di fondo che rende tutto più confuso?" E magari, perché no, contribuire alla rete correggendo o commentando pagine (come quelle di Wikipedia) che contengono informazioni errate.
Infine, dobbiamo educare noi stessi e le nuove generazioni a diventare curatori dell’informazione. Dobbiamo sviluppare una mente critica, capace di riconoscere ciò che è autentico e rilevante, e di scartare ciò che è fuorviante o dannoso.
In conclusione, l'ignoranza critica non è solo una difesa contro il sovraccarico di informazioni, ma è una competenza essenziale per vivere in modo più consapevole nel mondo digitale.
Spero che queste riflessioni ti aiutino a navigare meglio in questo mare di informazioni, permettendoti di focalizzarti su ciò che davvero conta, e risparmiare tempo.
E tu, a chi consiglieresti un po’ di "ignoranza critica"?
📚 Cose interessanti online
"Critical Ignoring as a Core Competence for Digital Citizens": le informazioni di bassa qualità e fuorvianti online possono catturare l’attenzione delle persone suscitando curiosità, indignazione o rabbia. Per resistere a questi contenuti, è necessario adottare nuove abitudini mentali che aiutino a evitare di essere attratti da contenuti potenzialmente dannosi e la competenza di “ignorare criticamente” è fondamentale per l’alfabetizzazione digitale
"The Paradox of Choice" di Barry Schwartz: un libro che esplora come la vasta gamma di scelte disponibili oggi può effettivamente portare a più ansia e meno felicità. Un’ottima lettura per chi vuole capire come semplificare la propria vita.
"The Information Diet" di Clay Johnson: un articolo che propone di approcciarsi all'informazione come si farebbe con una dieta: con moderazione e consapevolezza. Ideale per chi vuole un metodo pratico per gestire meglio il proprio consumo di dati.
🎙️ Un po' di cose belle
Salute: Al congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) 2024, sono emerse novità molto interessanti sulle opzioni terapeutiche per il tumore al seno. Secondo l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), negli ultimi decenni, la combinazione di terapie innovative sempre più efficaci, stili di vita più sani e una maggiore adesione agli screening ha portato a successi significativi nella cura del cancro, non solo del seno. In particolare, si parla di oltre 6 milioni di vite salvate, 4 milioni di morti evitate e una riduzione della mortalità del 33%.”
Empatia: La commozione di un cliente davanti al gesto del farmacista che leggendo il suo codice fiscale gli fa gli auguri.
Dignità: Il collettivo artistico Boa Mistura ha trasformato le favelas brasiliane di São Paulo dipingendo parole significative come Doçura (dolcezza), Firmeza (fermezza), Beleza (bellezza) e Orgulho (orgoglio) con colori vivaci. Questo progetto, chiamato “Luz nas Vielas”, ha portato speranza e bellezza in comunità spesso dimenticate.
Luz nas vielas – Boamistura